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Dal 20 aprile nelle edicole è tornata Cafè Racer Italia. Queste sono le mie impressioni sul numero 1 della rivista: come sempre, senza esclusione di colpi.


On April, 20th, Cafè Racer Italia magazine is back. This is my review of the issue no.1, (sorry, in Italian only), no holds barred!


Tornato dalla mia vacanzetta mi sono precipitato all’edicola a comprare Cafè Racer Italia Magazine. Numero UNO, dopo un’assenza quadriennale, questa rivista, che reca l’importante blasone della omonima rivista francese, che mantiene un discreto successo, si affaccia sul difficile mercato delle riviste tematiche affrontando argomenti che, per quanto sempre più di moda, va detto, sono decisamente di nicchia.

Difficile dire qualcosa di nuovo, difficilissimo avvicinare lettori che non siano già interessati al genere, pressoché impossibile spodestare la leadership di riviste generaliste come Motociclismo o di quelle, più cult, come Riders, che si è affermata grazie al combinato disposto di firme importanti (o semplicemente “note”), prezzo stracciato, grafiche accattivanti e moderne, argomenti che esondano dal letto del fiume motociclistico per allagare terreni contigui ma comunque graditi a chi coltiva il lifestyle motociclistico.


In tale contesto, il prezzo di 5 euro per Cafè Racer Italia (CRI), mi sembra subito un po’ caro. Più alto di un euro e venti di Special cafè, ben il doppio del prezzo di Riders e 50 cent più di Motociclismo. Solo Lowride ha lo stesso prezzo: ma i clienti Harley, si sa, sono più disposti a spendere… Chissà perché poi? Anche fatta la tara con la modica quantità di pubblicità (almeno quella chiaramente identificabile per tale), a 5 euro mi aspetto contenuti tecnici di spessore e prove, e firme, di livello. Cose che, al momento, solo testate di grande tradizione possono permettersi e che, vedremo, Cafè Racer Italia, al momento, non ha (ancora?).


Che dire della frequenza bimestrale? Ancora una volta, noi affezionati surfisti della blogosfera, saremo costretti a leggere notizie e guardare foto di cose note e, talvolta, predigerite da varie settimane… Se almeno CRI avesse scelto di uscire in mesi diversi da Special cafè! D’accordo la sana concorrenza: ma così si rischia davvero di avere un buon 50% dei contenuti in comune tra le due riviste: questo nel generoso assunto che entrambe le nostre beneamine abbiano il senso della novità e la capacità di seguire nuove realizzazioni, eventi e raduni… Cosa che invero, al momento, Special cafè ha dimostrato di saper fare solo in parte mentre CRI dovrà dimostrare di saper fare.


Veniamo ai contenuti. La rivista esordisce con due pagine di pubblicità del network Garage Inc., noto franchising per HD lovers, di cui ritroveremo all’interno una delle realizzazioni più recenti: la 1340 blu del 1980 di copertina, vista a Verona. Sarebbe veramente da malfidati pensare che tra pubblicità e copertina ci sia un nesso causale… E noi dell’Inazuma Cafè, allora, non lo faremo. La moto può interessare o meno. Io l’ho vista dal vivo e non mi è dispiaciuta. Certo, di cafè racer non ha poi molto. Al punto che, nel tempo, mi sono persino dimenticato di pubblicarne le foto… E’ un soggetto che avrei visto più in tema su Lowride che non sulla prima uscita di una rivista Cafè… Ma tant’è.

Il primo articolo della rivista è (indovinate un po’?) su una Triumph Bonneville. Complimenti per l’originalità. In questo caso si tratta della (bella) Bonnie realizzata per i Tridays. Anche questa vista a Verona. La buona notizia è che di Bonnie, almeno per questo primo numero, ne avremo una sola. Special Cafè, da parte sua, negli ultimi numeri, ce ne ha propinate sino alla noia.

Dopo sei pagine su RideIcon.com, di cui francamente mi sfugge la filosofia, e anche il nesso con il mondo cafè racer, segue l’introduzione della collaborazione di quattro blog confratelli dell’Inazuma Cafè, i cui autori saranno chiamati a collaborare con la rivista… Ho un dejavue… Qualcosa del genere è stato fatto sul primo numero di Special cafè. Ma è comunque una cosa positiva. Stefano Ottonero e Orazio di Rocket Garage collaboreranno alla rivista. Mi pare cosa buona e giusta: gente che sul web ci perde tempo e che le novità le cerca. Sono i blog più anziani sul tema che ci sta a cuore ed anche quelli a cui, inizialmente mi sono ispirato quando è nato l’Inazuma Cafè. C’è poi Racing Cafè, che ha un occhio di riguardo anche per moto più moderne e specificamente "racing" e, infine, Cafè Racer Culture.

Come mai non c’è anche il sottoscritto? Dovete chiederlo a CRI. Io, come è noto, collaboro con Special Cafè. Sarà stato questo il motivo? Boh? Collaborando però "gratis et amore Dei", mi posso concedere il lusso di mantenere la mia indipendenza e onestà intellettuale. Spero che ciò mi sia riconosciuto.

Proseguendo su CRI troverete poi un articolo su Joey Dunlop, uno su una (a mio avviso davvero brutta) Turbo Boxer made in France, un bell’articolo sui Freni Fontana, uno sui freni Beringer (questo meno interessante), le immancabili sette pagine sull’ultima realizzazione di Mr. Martini (diceva il Marchese del Grillo: “bella a buasserie, bello l'armadio, belle e cassapanche... bello, bello, bello tutto... bravo... grazie... “ ma pare che non si possa fare una rivista di cafè racer senza schiaffarci per forza il Mister, possibile mai?)… C’è poi una bella Norton con (orrore!) un motore Hosquarna raffreddato a liquido (ma può interessare) e una serie di altri articoli conduce a fine rivista.

Mi è piaciuta? Beh, insomma. Devo dire che mi aspettavo molto di più. Soprattutto avevo grandi aspettative sulle immagini e sulla grafica, che non mi hanno soddisfatto a fondo, mentre sui contenuti lascio a voi giudicare. Forse qualche modella in meno e testi più asciutti e lineari li avrei graditi, così come, probabilmente, è la scelta delle moto apparse su questo primo numero di CRI che non risponde appieno ai miei gusti personali. Ma, come da sempre affermo: R-E-S-P-E-C-T. Volendo diffondere la cultura motociclistica e quella Cafè Racer: più fonti di informazione e divulgazione ci sono meglio è. Comprerò il numero 2? Probabile. Vedremo.

4 comments:

  1. Hosquarna ..ma che motore è ? :-)

    A parte lo scherzo il problema nostro che girando come dei matti sulla rete è difficile stupirci con moto belle e inedite almeno per noi.

    Il nostro è una visione di parte ma il giornale questo come altri devono trattare anche argomenti "noti" magari in maniera più approfondita di come potrebbe fare la rete cosi da avvicinare all'ambiente nuove leve , perchè se si punta solo sui vecchi appassionati non credo sia un politica vincente

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  2. IO NON SONO MAI STATO INTERPELLATO DA CRI PER FORNIRE FOTO E CONTENUTI , QUESTO LA DICE LUNGA SULLA COMUNICAZIONE LEGATA SOLO A NOMI CHE COMPERANO PUBBLICITA ROBERTO TOTTI

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  3. In tutta sincerità penso che, come dice Orazio, risulti veramente difficile non vedere sul web immagini di motociclette che poi compaiono su CRI o SC. Certamente avrebbero potuto alternare le uscite; un mese l'uno ed un mesa l'altro, cosi da mettere noi in condizioni di comprare tutti i numeri di tutte e due le uscite e anche aimè di avere di mese in mese qualcosa da leggere su carta stampata perchè special cafè si legge tutto in massimo 2 giorni di lettura e in fin dei conti avendo sfogliato anche C R I vi dico che la molta pubblicità, per carita giustificata, da fastidio. Sarebbe, infine, certamente bello che queste testate che raccontano di un lifestyle comunque underground andassero a scovare qualcosa di più scavando come fanno, nel paradosso le riviste di gossip.

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  4. Anch'io l'ho comprata. Devo dire che mi e` piaciuta come rivista, ma ammetto che come dicevano altri, e` molto difficile trovare contenuti nuovi, specialmente se si usano nomi e moto conosciute, ma che assicurano un'alto livello.
    Buona fortuna Cafe Racer Italia

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